Da
un primo summit tra gli appartenenti alla piattaforma ideata dall'On.
Gianfranco Rotondi emerge come il parlamento virtuale voglia
presentare con un metodo semplice ed intuitivo le proposte ai
cittadini.
Oggi
parliamo di Giurisprudenza e Diritto – N'è d'esempio da pochi
giorni l'assurda sentenza a Silvio Berlusconi indipendentemente dalle
simpatie o meno per il leader di Forza Italia. Il nostro buon senso
si ferma nell'analisi su quanto indichi la legge italiana.
La
Suprema corte che, giudicando un fatto analogo a quello che vide
condannare il CAV per frode fiscale nell'ormai noto processo
Mediaset, evidenzia come vi siano buchi ed ampi margini di
interpretazione del nostro sistema giudiziario il quale può ledere
pesantemente il cittadino.
Fabio
Sanfilippo precisa come in queste interpretazioni, quale di
fatto risulta reale dire che fosse quella sempre applicata anche
prima della sentenza contro l’ex-premier, Berlusconi venne
condannato da un’interpretazione delle norme fiscali [...] E
poi ancora dove il processo Mediaset venne sottratto alla corte che
si occupa prevalentemente di reati fiscali, per assegnarlo alla
sezione feriale presieduta dal giudice Antonio Esposito. Tutto ciò
illustrato con un po' di stupore, ma nemmeno più di tanto, queste notizie non possono e non devono limitarsi, politicamente parlando, alla vicenda di Silvio Berlusconi.
In Italia – anche con riflessi internazionali – è ormai chiaro
che, di tribunale in tribunale, le stesse, identiche leggi valgono e
vengono applicate diversamente. In Italia si celebrano processi
penali che, con le stesse, identiche prove, portano a due, tre o
anche cinque o sei sentenze diverse, come se la realtà fosse un
magma mutevole che cambia con lo scorrere del tempo.
UNA GIUSTIZIA DI ANOMALIE - Basti pensare
come per chi dovesse scegliere il rito abbreviato, il PM possa anche decidere se ascoltare o meno i testimoni, venendo meno ai DIRITTI di
difesa dell'indagato, quale prima ancora è un contribuente; o dove un potere giudiziario, si inserisca in quello esecutivo con l'aggiunta di essere autorizzati a legiferare.
Assurdo
come le norme possano eventualmente essere applicate diversamente a
seconda dell’identità dell’imputato o, addirittura, come si
possa scegliere, per ciascun imputato, la corte più adatta, che lo
si voglia condannare o che lo si voglia assolvere. Di tutta questa
immonda confusione sono protagonisti i magistrati italiani – certo
-, ma la responsabilità massima è di quella classe politica
che, sempre più subordinata psicologicamente alla casta togata, non
riesce a partorire riforme che mettano realmente ordine nella
Giustizia. Riforme coraggiose e radicali e che non tengano conto
degli interessi specifici dei magistrati d’oggi, pensando solo a
costruire un Diritto per il futuro veramente efficace, di rapida
applicazione, certamente indipendente, ma soprattutto imparziale.
Il
Gruppo Liberale del Parlamento Virtuale, proprio per senso di
libertà, vuole far notare al lettore giustizialista o garantista
che, l’Associazione nazionale magistrati, e/o loro correnti
interne, utilizzino spesso il termine "indipendente"; eppure dovrebbero essere i promotori di "IMPARZIALITA".
E'
così difficile l'utilizzo di "imparziale" come di fatto dovrebbe essere?
Sia
ben chiaro che, nulla contro ai magistrati in quanto è sempre
deleterio ed incoerente fare di tutta l'erba un fascio, ma con
questo sistema e percorso di valutazione dell'imputato l’Italia non
potrà mai essere una democrazia ordinata e compiuta; poiché in
Italia è evidente come non ci sia più un problema di Giustizia, ma
che quest'ultima venga meno.
In
conclusione ci confronteremo ed impegneremo per presentare una
riforma idonea snella, leggera e comprensibile valutandola tra tutti gli aderenti e gruppi parlamentari interni, compresa l'analisi in commissione bilancio e finanze. Ci differenziamo dal Movimento 5 Stelle in quanto, invece di proporre fantasticherie irreali ed inapplicabili, ogni nostra logica andrà a valutare l'effettiva fattibilità e miglioria sulla base dei conti dello stato italiano, per far fronte prima
di tutto alle esigenze e diritti dei cittadini.